La Martora, un funambolo tra i faggi
Non capita spesso di imbattersi in pieno giorno in uno dei più elusivi rappresentanti della fauna dei Monti Simbruini: la Martora. La martora (Martes martes) è un piccolo mustelide affine alla più comune faina, ma il cui habitat è principalmente la foresta di latifoglie in aree di collina e montagna. Di abitudini prevalentemente notturne, ricava la propria tana preferibilmente nelle cavità di grandi alberi, muovendosi con agilità tra le chiome di alberi adiacenti. Si nutre di piccoli mammiferi, come ghiri e scoiattoli, uccelli e le loro uova, piccoli insetti e frutti.
Martora e faina
Alcune caratteristiche morfologiche permettono di distinguere la martora dalla più diffusa faina. La scelta dell’habitat prevalentemente arboreo è un primo indizio discriminante, ma sono alcuni caratteri morfologici che permettono il riconoscimento. In particolare, la macchia chiara ventrale nella martora è di colore ocra-giallastro (bianco/chiara nella faina) e non è estesa agli arti anteriori, le orecchie sono bordate sempre in colore ocra-giallo ed il naso è scuro (più chiaro nella faina).
La Martora sui Monti Simbruini
Presente sul territorio del Parco dei Monti Simbruini, ne esistono tuttavia poche segnalazioni a causa delle abitudini tipicamente crepuscolari ed elusive. Ecco allora che questo incontro con un simpatico esemplare – tutto intento ad arrampicarsi lungo il tronco di un vecchio faggio senescente, probabilmente in cerca di nidi di uccelli – assume un rilievo ulteriore che aggiunge all’emozione dell’inatteso vis-à-vis il valore di una testimonianza, ennesima attestazione della qualità degli ambienti forestali dei Monti Simbruini.