Seppur in molti contesti risulti una specie piuttosto diffusa e di conseguenza anche relativamente facile da avvistare e fotografare (parlando del solo Appennino basti pensare ad alcune zone della Majella o delle foreste Casentinesi), l’essere riusciti a rintracciare e riprendere la bellissima Salamandra pezzata (𝑆𝑎𝑙𝑎𝑚𝑎𝑛𝑑𝑟𝑎 𝑆𝑎𝑙𝑎𝑚𝑎𝑛𝑑𝑟𝑎 𝐺𝑖𝑔𝑙𝑖𝑜𝑙𝑖) proprio qui, sui nostri Monti Simbruini, è stata in assoluto una delle più grandi soddisfazioni che l’esplorazione e la ricerca della conoscenza naturalistica di questo territorio ci hanno finora regalato. Una soddisfazione chiaramente direttamente legata alla rarefatta presenza di tale specie nel Lazio nonché all’impegno ed alla perseveranza profusi nel tempo: per anni, tanto in primavera quanto in autunno, abbiamo appassionatamente ed ostinatamente cercato la sua presenza perlustrando quasi ogni anfratto lungo i torrenti di montagna, passando invano a volte intere giornate sotto la pioggia (elemento particolarmente congeniale per la ricerca di questo anfibio, il quale è attivo prevalentemente di notte o, appunto, in giornate umide).
Poi finalmente in un’uggiosa mattina di inizio maggio di tre anni fa, dopo la solita minuziosa perlustrazione, quando oramai il corso dell’ennesimo ruscello verso monte era stato del tutto risalito e le speranze iniziavano (ancora una volta) ad affievolirsi, eccola materializzarsi all’improvviso sul margine del piccolo corso d’acqua. Per un attimo ho creduto che si trattasse dell’ennesimo inganno della mente, talmente concentrata sulla ricerca di quel mimetico pattern giallo-nero tra la lettiera da essere già stata tradita altre volte dalle colorate combinazioni di foglie e sfumature del terreno, ma stavolta non ci sono dubbi, è davvero lei!
Che emozione indelebile (anche se forse sarebbe forse più corretto parlare di commozione) vedere finalmente con i nostri occhi uno dei più particolari, rari e pregiati tasselli della biodiversità che giorno dopo giorno, anno dopo anno, per il tramite della fotografia, abbiamo potuto apprendere come propria di queste montagne.
Per molti questa sarà (giustamente) solo l’ennesima immagine di una salamandra pezzata, ma per noi questa rappresenta molto di più. È la testimonianza tangibile del primo incontro con la salamandra dei “nostri” Monti Simbruini, in assoluto tra i soggetti più localizzati e difficili da rinvenire qui tra queste montagne, nonché il materializzarsi di un lungo e ricorrente sogno.
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