In attesa che la primavera entri nel suo vivo e che arrivi così anche la grandiosa abbondanza floreale caratteristica di questa parte dell’anno, in sordina, senza chissà quale particolare enfasi, nei suoi pochi e preziosissimi luoghi di dimora, in questi giorni torna a comparire una di quelle presenze vegetali che non possono non essere considerate con un’attenzione tutta particolare. Una presenza davvero straordinaria, che non potevamo non raccontarvi anche qui, tra le righe di questo blog, principalmente per due motivi: il primo è che si tratta di una delle pochissime piante “carnivore” presenti alle nostre latitudini, il secondo è che parliamo di un endemismi tutto nostro, ovvero una pianta ad oggi nota come presente solo nel territorio dei Monti Simbruini. La protagonista di questo nuovo appuntamento settimanale è dunque la minuta pinguicola di Anzalone (Pinguicola anzalonei), come già detto varietà endemica della più diffusa pinguicola comune.
Ricordo ancora la prima volta che la rinvenni, qualche anno fa ad inizio primavera, le infiorescenze caratteristiche non erano ancora sbocciate ma ad attirare la mia attenzione in quella circostanza erano state le sue particolarissime foglie basali, colorate di un verde intenso ed acceso, quasi acido, e soprattutto ricoperte da una particolare sostanza collosa che è poi la sua arma di caccia. Questa pianta infatti, a differenza di quanto la definizione di “carnivora” possa lasciare immaginare, non cattura le malcapitate prede tramite il fiore che chiudendosi attorno ad esse poi non ne lascia scampo (come siamo abituati a vedere per alcune specie esotiche); la cattura della preda avviene bensì per mezzo della colla presente sulle foglie. Gli insetti che per loro sfortuna vi si posano sopra, attirati dalle sostanze zuccherine della stessa colla, non riescono più a liberarsi e così, morendo e decomponendosi, forniranno il nutrimento necessario alla pianta. Una pianta minuta (tanto da passare spesso inosservata), graziosa ed elegante nel portamento della sua fioritura, eppure allo stesso tempo infallibilmente micidiale.
E voi l’avreste mai detto che anche i Simbruini hanno la loro pianta carnivora?