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#41 – I GIORNI DELLA TERRA

22 Gennaio 2025
Hystrix cristata, Monti Simbruini - ph Francesco Ferreri

I giorni di Gennaio appartengono a Saturno, lunghi come le ombre gettate come lance dal sole pomeridiano, lenti e muti. Giorni di terra, pesanti e intorpiditi: risuonano nelle tonalità delle erbe scolorite, delle foglie seccate a terra, delle chiome brunite dei faggi e delle rocce che sembrano schegge di cielo cadute. E’ un tempo sospeso, di stasi e paralisi che sembra transito necessario fra due opposti versanti dell’anno.

E’ Saturno che trattiene il passo e lo appesantisce, ci convince a sostare più che camminare, proprio lì ai margini del bosco, per lasciarsi accarezzare dalla luce trasversale del pomeriggio, in un’aria senza tempo ove risuona solo l’eco lontano dei corvi: in fondo ci chiede solo di fermarci e dischiudere il cuore a un istante di eternità in quel tempo naufragato.

Così nel vuoto creato da questa attesa irrompe all’improvviso un segno tangibile della sua presenza, un messaggero. Creatura che della terra sembra essere figlia, pesante – quasi minerale – possente quanto sgraziata: un’istrice risale lentamente al margine del bosco, attratta anche lei dal tepore dell’ultima luce pomeridiana.

Non potrebbe esservi sintesi migliore del carattere di questo tempo sui Monti Simbruini. Da un lato all’altro della piccola collina restiamo entrambi assorti nel contemplare il momento solenne.

invernoIstriceMonti SimbruininaturaSimbruiniTerra
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UN ANNO IN NATURA

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Francesco Ferreri
Nato a Roma nel 1977, ha scoperto le montagne dell'Appennino sin dall'infanzia, con le prime gite domenicali in fuga dalla metropoli, per poi percorrerle in lungo e largo negli anni della prima maturità, in compagnia degli amici di un'affiatata sezione locale del CAI. La fotografia entra presto nella sua vita, ai tempi dell'adolescenza e da allora è diventata uno strumento per mediare e approfondire la conoscenza della montagna e della sua natura. La passione per le montagne lo ha portato infine a vivere, da più di dieci anni, ai piedi dei Monti Simbruini, per rinnovare e suggellare quel legame nato nei primi anni di vita: è qui che ha conosciuto Daniele e insieme a lui ha deciso di dar vita a questo progetto. Ma la sua passione per la montagna e per la natura in generale è anche e soprattutto il riflesso di una ricerca interiore da tempo rivolta a quelle dimensioni invisibili dell'essere umano che proprio nel suo agire in armonia con l'ambiente naturale ritrovano una possibilità di manifestazione. Considerando dunque la natura come rivelazione primordiale dello Spirito, crede nella fotografia di natura come strumento di elevazione, di indagine e testimonianza di quei sottili legami che uniscono l'uomo al macrocosmo.

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