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#26 – DUE AUTUNNI

2 Ottobre 2024
Mucidula mucida, Monti Simbruini - ph Francesco Ferreri

Autunno e Primavera sono in qualche modo dei momenti di transizione, stagioni che veicolano il passaggio graduale tra il caldo secco dell’estate e il freddo umido dell’inverno e viceversa. Lo stesso evento che ne sancisce l’inizio, l’equinozio simboleggia una porta, un momento di equilibrio fra due stati.

Osservando più attentamente i ritmi della natura, non sfuggirà che questo carattere di mobilità, di trasformazione, si manifesta attraverso molteplici fasi nel corso della stagione che è ora appena iniziata.

C’è una prima fase, dominata dall’acqua, che ha il compito di sciogliere e trasmutare quanto la Primavera e l’Estate hanno costruito e stabilizzato: è il tempo della terra grassa e imbevuta di terra, delle foglie che iniziano a ingiallire, dei tronchi che a terra marciscono lentamente, di nebbie che aleggiano sulle radure e di nuvole che lambiscono fugacemente il margine della faggeta.

Vi fa seguito una fase più secca, pietrificante, che digrada lentamente verso gli esordi dell’inverno. E’ il tempo degli alberi spogli, delle gelate notturne, delle pietraie ormai asciugate dal sole e dal vento, della notte dal cielo di cristallo, che si affretta a calare il sipario su di un tramonto affrettato.

Come spesso accade nelle fasi di grande cambiamento, questo è uno dei periodi più intensi e struggenti da vivere sui Monti Simbruini, in un paesaggio che cambia di giorno in giorno e lentamente si scioglie, cambia colore, trasmuta.

Proprio in questa prima fase, quest’anno in verità un po’ anticipata, è consolatorio immergersi nel silenzio della faggeta ancora grondante da una recente pioggia, osservare le prime foglie che mutano al giallo e al rosso e ravvisare nella terra gravida d’acqua il lento brulicare di questa trasformazione alchemica.

Da un ramo leggero caduto a terra, che lentamente si scompone tornando alla terra, risorgono vistosi traslucidi grappoli di Mucidula mucida … quale miglior simbolo di questo sottile processo di dissoluzione e ricomposizione?

AutunnoMonti SimbruiniSimbruini
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UN ANNO IN NATURA

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Francesco Ferreri
Nato a Roma nel 1977, ha scoperto le montagne dell'Appennino sin dall'infanzia, con le prime gite domenicali in fuga dalla metropoli, per poi percorrerle in lungo e largo negli anni della prima maturità, in compagnia degli amici di un'affiatata sezione locale del CAI. La fotografia entra presto nella sua vita, ai tempi dell'adolescenza e da allora è diventata uno strumento per mediare e approfondire la conoscenza della montagna e della sua natura. La passione per le montagne lo ha portato infine a vivere, da più di dieci anni, ai piedi dei Monti Simbruini, per rinnovare e suggellare quel legame nato nei primi anni di vita: è qui che ha conosciuto Daniele e insieme a lui ha deciso di dar vita a questo progetto. Ma la sua passione per la montagna e per la natura in generale è anche e soprattutto il riflesso di una ricerca interiore da tempo rivolta a quelle dimensioni invisibili dell'essere umano che proprio nel suo agire in armonia con l'ambiente naturale ritrovano una possibilità di manifestazione. Considerando dunque la natura come rivelazione primordiale dello Spirito, crede nella fotografia di natura come strumento di elevazione, di indagine e testimonianza di quei sottili legami che uniscono l'uomo al macrocosmo.

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