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#20 – SULLE ALI DI UN RITORNO

21 Agosto 2024
Grifone , Monti Simbruini - ph Daniele Frigida

Oramai da anni, ma comunque sempre più frequentemente, camminando sulle cime, sui crinali e sugli altopiani dei Simbruini ci si può imbattere nel volo dell’avvoltoio grifone (Gyps fulvus). Il grifone è un vero e proprio gigante del cielo, il più grande tra i volatili presenti in Appennino, più grande persino dell’aquila reale, con un’apertura alare così imponente da sfiorare i tre metri di larghezza e capace di oscurare il sole agli occhi del fortunato osservatore nei passaggi più ravvicinati.

Ma aldilà delle dimensioni, la sua caratteristica più affascinante è tuttavia il caratteristico volo planato, tramite il quale, dopo aver preso le giuste correnti ascensionali, il grifone è in grado di salire rapidamente di quota fino a sparire nell’azzurro profondo del cielo per poi da lì veleggiare anche per decine di chilometri, senza mai battere le ali, alla ricerca di carcasse tra i vasti spazi aperti dell’Appennino.

Per quanto sgraziato nei tratti, resto sempre infinitamente affascinato dalla vista di questo uccello, il suo modo di planare disegnando cerchi invisibili nel cielo a caccia di correnti termiche è un qualcosa di unico e straordinario, mentre la sua natura di avvoltoio restituisce un fascino dimenticato ai territori che da qualche anno è tornato a frequentare. Le sue poderose ali non sono quindi solo uno strumento di volo, mi piace pensare ad esse come il simbolo del ritorno di una natura selvaggia ed autentica, che avevamo perso e che, in questo raro caso, fortunatamente siamo stati in grado di ritrovare.

Che questo suo ritorno possa dunque essere di buon auspicio per il futuro della natura dei Monti Simbruini e di tutto l’Appennino.

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UN ANNO IN NATURA

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Daniele Frigida
Nato nel 1987, vive da sempre al cospetto dei Monti Simbruini. Fotografo per passione, frequenta assiduamente sin da adolescente le montagne dell’Appennino centrale; luoghi con i quali instaura un particolare legame tanto da essere ancora oggi il suo terreno d’avventura preferito. Apprezza la fotografia in modo particolare per le infinite possibilità che essa offre al fine di mantenere costantemente vivo il contatto con la natura, in tutti i suoi elementi e manifestazioni. È inoltre convinto che la fotografia naturalistica trovi il suo più nobile scopo nella divulgazione dei tratti distintivi di ogni territorio, soprattutto di quelli meno conosciuti, divenendo quindi veicolo di quella consapevolezza che è fondamentale per una reale valorizzazione e salvaguardia della biodiversità. Sulla base di questo ideale, insieme a Francesco, dà vita nel 2014 al progetto Orizzonti Simbruini.

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