Se c’è un ambiente che forse più di tutti rappresenta ed identifica i Monti Simbruini questo non può che essere l’altopiano, inteso come tutta quella parte di territorio (che poi è la più vasta) che si distende dolce e pianeggiante alle quote medio-alte della catena, praticamente in maniera ininterrotta da nord-ovest a sud-est per decine di chilometri. Un ambiente plasmato nelle forme dalla natura carsica di queste montagne, ammantato di sconfinate faggete interrotte solo di tanto in tanto da ampie praterie e crinali cosparsi di affioramenti calcarei. Come ogni altro ambiente (che non è soltanto un paesaggio) anche questo ha il “suo momento” nel perenne scorrere delle stagioni: la tarda primavera è qui quel periodo dell’anno in cui la bellezza della natura e della vita sa rivelarsi a pieno in tutta la sua straordinaria e commovente forza.
I boschi adesso sfoggiano il brillante, quasi accecante, verde delle nuove chiome, qua e là fioriture di ogni specie pennellano di colore le praterie, tele di vivido smeraldo. Nel frattempo le numerose specie di animali che qui dimorano, anche se alcune solo per una parte dell’anno, ora sono nel pieno delle loro vitali attività e tornano a palesarsi in maniera sempre più nitida e frequente, rivelando così uno straordinario dedalo di storie parallele che si dipanano proprio tra le infinite pieghe di questi luoghi.
Sul fare del nuovo giorno l’abbaio del capriolo risuona nitido sul margine della faggeta squarciando d’improvviso il melodico coro dell’alba degli uccelli di bosco, più in la nella prateria nel tepore dei primi raggi di sole al buh-buh-buh dell’upupa fa eco il ritmato cu-cù di un cuculo, posato sui rami di un solitario sorbo di montagna. Alle prime ore del giorno i cervi maschi, adesso con il nuovo palco di velluto in piena ricrescita, ne approfittano per restare ancora un po’ sui crinali fuori dal bosco e brucare le erbe più succulente; poco oltre le femmine intanto hanno dato alla luce una nuova generazione di cerbiatti, così come il lupo che nel segreto della sua tana sta già crescendo la nuova cucciolata.
Tutto sull’altopiano in primavera si fa dunque inno di rinascita, di inizio di un nuovo ciclo, di ritorno alla vita, proprio come i vividi colori del cielo dell’alba annunciano l’inizio di un nuovo giorno.
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